mercoledì 13 ottobre 2010

INTERVISTE

INTERVISTA

dott. Pasquale Muccari

Com'è la qualità della vita, intesa come relazioni, tra gli anziani di Squillace?

È ottima in quanto esiste la solidarietà del vicolo. Gli anziani, ognuno nei rispettivi quartieri, si relazionano fra loro in quanto esistono solidi rapporti di conoscenza che spesso vengono meno nel momento in cui vengono sradicati dal loro habitat e di conseguenza istituzionalizzati. È proprio tale fenomeno che genera nell'anziano la perdita della forza di vivere.

Quanti anziani incontra in un giorno?

Circa il 50% delle visite quotidiane del medico sono dedicate alla fascia degli anziani. Bisogna sottolineare che Squillace, rispetto agli altri paesi, gode di una percentuale di gran lunga inferiore.

Quali sono i bisogni che vi esprimono quotidianamente?

Soprattutto le patologie croniche quali il diabete, l'artrosi, il cardiopalma, etc... Dagli anziani, il medico viene considerato una figura affidabile a cui spesso si fanno confidenze. Vi è un legame psicologico, umano e quasi familiare.

Quali sono le differenze fra i bisogni espressi dagli uomini e dalle donne?

Le donne hanno una maggiore attenzione per i problemi di salute. Loro si curano di più e ciò è dovuto al ruolo che ricoprono all'interno del nucleo familiare.

A suo avviso, cosa si potrebbe proporre per migliorare la qualità della vita degli anziani di Squillace?

Intanto risulta fondamentale l'assistenza domiciliare. Sicuramente il secondo passo è rappresentato dai centri sociali, luogo in cui l'anziano può comunicare e relazionarsi con gli altri. Sarebbe anche opportuno creare delle fitte reti di incontri fra le famiglie in quanto queste rappresentano le prime formazioni sociali in cui si sviluppa la personalità del singolo individuo.

Quanti anziani di Squillace sono autosufficienti? Quanti non autosufficienti? E quanti parzialmente sufficienti?

È una statistica alla quale non si può rispondere poiché la perdita dell'autonomia non è solo fisica, ma anche e soprattutto psicologica. Per esempio, io sono costretto a fare visite domiciliari anche se l'anziano riesce tranquillamente a camminare.

Spiegazione del progetto...a suo giudizio, su cosa dobbiamo porre l'attenzione?

Io sono molto pessimista in questa circostanza. Penso che Squillace sia arrivata ad un punto di non ritorno in quanto si è verificato un cambiamento radicale della società e del mondo dei giovani.

Secondo lei, pertanto, il nostro progetto è fallito in partenza?

No. Si tratta solo di una mia opinione. Servirebbe una strategia da sviluppare.


INTERVISTA

Peppe Mercurio

Com'è la qualità della vita, intesa come relazioni, tra gli anziani di Squillace?

Le politiche sociali istituzionali devono essere attuate a livello proporzionale rispetto ad una serie di circostanze quali: l'allungamento della vita, il mondo degli anziani che aumentano, etc... c'è una grande povertà dal punto di vista relazionale. Non è relazionalità lo stare insieme alla panchina per parlare del tempo o dello sport. Il mondo degli anziani deve essere sollevato da una sensibilità istituzionale che permette di creare relazioni. I punti di aggregazione sono i bar in cui si gioca a carte o le passeggiate. Il giudizio è negativo in quanto mancano i centri di aggregazione sociale finalizzati agli anziani in cui si potrebbero innescare sistemi giovanili di volontariato. La vicinanza istituzionale è pari a zero quindi gli anziani rimanendo soli, rimangono appiattiti. Questo significa disperdere un patrimonio norme. A volte l'anziano si rifugia nella famiglia perché non sa dove andare.

Quanti anziani incontrate in un giorno?

Pochi anziani si rivolgono a me per una sorta di segratariato sociale che mi sono ritagliato. Questo perchè noi abbiamo una sola sede operativa che risolve problemi prettamente burocratici.

Quali sono i bisogni che vi esprimono quotidianamente?

Oltre ai bisogni prettamente burocratici, c'è gente che viene anche per consigliarsi a livello personale. Mi confidano problemi che vengono risolti soprattutto con il dialogo.

A suo avviso, cosa si potrebbe proporre per migliorare la qualità della vita degli anziani di Squillace?

Sicuramente bisogna migliorare a livello istituzionale: il primo interlocutore personale diventa il comune. Se in un bilancio comunale non viene messo neanche un euro per creare una condizione migliore per gli anziani questo è grave. L'anziano si accontenta di poco. Un comune deve avere la sensibilità di capire che gli anziani hanno bisogno degli strumenti adatti per migliorare la loro situazione e mi riferisco in particolare all'apertura di centri di aggregazione.... Anche la chiesa ha abdicato rispetto al ruolo che svolgeva in passato. Non sono più funzionali rispetto a questi bisogni.

Spiegazione del progetto..... A suo giudizio, su cosa dobbiamo porre l'attenzione?

Bisogna ascoltare i diretti interessati, cioè gli anziani. Voglio dire che solo quando si crea una relazione con loro, successivamente si può provare a stimolarli.


INTERVISTA

Padre Piero

Com'è la qualità della vita, intesa come relazione, tra gli anziani di Squillace Lido?

Sicuramente a Squillace Lido c'è un numero di anziani inferiore rispetto a Squillace. Per quanto riguarda la qualità della vita, posso dire che le relazioni primarie sono quelle familiari in quanto l'anziano sta prevalentemente a casa. C'è poi chi partecipa alle attività parrochiali e quindi ha la possibilità di relazionarsi con gli altri, però, tolta la parrocchia non ci sono alternative. Noi abbiamo cercato di dedicare un ambiente agli anziani, soprattutto a quelli che si riuniscono in strada, ma purtroppo, non ci siamo riusciti principalmente per mancanza di volontà. Quindi, tolta la parrochia, non c'è niente, per non parlare di Fiasco Baldaia che è tagliata fuori.

Secondo voi, fra le realtà di Squillace Lido e Fiasco, un vero limite può essere rappresentato dall'appartenenza dei residenti a matrici confessionali diverse?

Questa situazione non riguarda solo gli anziani ma tutti gli abitanti. A Fiasco si è creata una sorta di evangelizzazione perchè sono tutti Testimoni di Geova. Non c'è verso di farli incontrare e questo è un grosso limite. Se ci fosse la possibilità, lì si potrebbe creare un luogo di cultura al di là della fede comune. Purtroppo è stato promesso di tutto ma praticamente non è stato concretizzato niente.

Quanti anziani incontrate in un giorno?

Non più di quindici anziani.

Quali sono i bisogni che gli anziani esprimono quotidianamente?

Non esprimono bisogni. Anche gli stessi uomini non si esprimono molto. Non c'è iniziativa, non c'è bisogno reale.

Quali sono le differenze fra i bisogni espressi dagli uomini e dalle donne?

Le donne manifestano un bisogno religioso, una fede reale. Quello che riscontro di frequente è una voglia di compagnia, di parlare.

A suo avviso, cosa si potrebbe proporre per migliorare la qualità della vita degli anziani di Squillace?

Credo che fare una sorta di sondaggio sui bisogni degli anziani aiuterebbe anche a noi come parrocchia. Io credo che si può fare molto anche se bisogna insistere.

Spiegazione del progetto.... a suo giudizio, su cosa dobbiamo porre l'attenzione?

Il vostro progetto è molto interessante perchè mentre l'assistenza domiciliare finisce, questa sorta di animazione può attivare qualcosa di più grande. È importante iniziare un percorso attivo e spero che il progetto si realizzi.


INTERVISTA

dott. Franco Maida

Com'è la qualità della vita, intesa come relazioni, tra gli anziani di Squillace?

Gli anziani di Squillace non sono “chiusi”, tra di loro c'è relazione.

Quanti anziani incontrate in un giorno?

Al giorno incontro pochi anziani, circa cinque, anche perchè cerco di risolvere alcuni problemi per telefono. Il medico è visto anche come una figura alla quale ci si può affidare per consigli extramedici. In particolare le donne (vedove) cercano sostegno che non sia solo per cure mediche.

Quali sono i bisogni che vi esprimono quotidianamente?

Il bisogno più comune è quello dell'assistenza.

A suo avviso, cosa si potrebbe proporre per migliorare la qualità della vita degli anziani di Squillace?

Secondo me, l'unica cosa da fare è coinvolgerli nelle cose che facevano in passato. Per esempio nell'artigianato.

Spiegazione del progetto..... A suo giudizio, su cosa dobbiamo porre l'attenzione?

Non credo nel progetto perchè non vedo un filo conduttore tra il presente e il passato.


INTERVISTA

Ciccio Megna

Com'è la qualità della vita, intesa come relazioni, tra gli anziani di Squillace?

La qualità della vita è creata dalla persona stessa che tende a trovare un proprio equilibrio ed una certa tranquillità. Purtroppo, nel nostro paese, non esiste una solida organizzazione che crea punti d'incontro. Proprio per questo motivo ho pensato di aprire un centro per gli anziani.

Quanti anziani incontrate in un giorno?

Tanti in quanto l'associazione me lo permette. Circa venticinque persone al giorno.

Quali sono i bisogni che vi esprimono quotidianamente?

Sicuramente più di uno. L'anziano ha bisogno di vicinanza, di ascolto e di aiuto creando rapporti di dialogo e di confronto.

Quali sono le differenze fra i bisogni espressi dagli uomini e dalle donne?

La donna riempie il suo tempo dedicandosi alla famiglia e alla casa mentre l'uomo preferisce uscire e creare contatto con altra gente.

A suo avviso, cosa si potrebbe proporre per migliorare la qualità della vita degli anziani di Squillace?

Le varie istituzioni dovrebbero darsi maggiormente da fare. Purtroppo c'è una frantumazione enorme fra di loro in quanto ognuno cammina per conto proprio non trovando punti d'incontro. Il mio consiglio? Organizzare gite non molto dispendiose, meglio ancora se gratuite; organizzare riunioni e convegni sugli anziani per fornire suggerimenti di vario genere; aprire sale per creare punti d'incontro e di dialogo.


INTERVISTA

prof. Antonio Conca

Com'è la qualità della vita, intesa come relazioni, tra gli anziani di Squillace?

Mi compiaccio per l'iniziativa e per l'apertura di questa nuova sede. Formulo i più sentiti auguri per un lavoro proficuo che sia capace di sanare le problematiche della terza età che purtroppo viene vista molto male nelle sue diverse sfaccettature. Portare avanti le problematiche del territorio è qualcosa di non è sentito, se non dal punto di vista assistenziale, cioè il disbrigo di alcune domande burocratiche relative alle pensioni, agli assegni familiari ed alla disoccupazione. In questo paese manca il dialogo, c'è molto mutismo. Non c'è un centro di accoglienza per gli anziani, non esiste un punto di incontro in cui ci si possa incontrare, parlare, mettersi in relazione e confrontarsi non solo a livello personale, ma anche tenendo conto delle relazioni fra anziani e ambito territoriale. L'anziano viene visto come un ferro vecchio da buttare, come una parentesi che si apre e poi si chiude, ma sappiamo tutti che non è così in quanto l'anziano è una persona attiva che sin dai tempi dei greci è stato sempre al centro della società. Egli ha un'esperienza di vita e di lavoro che può risultare necessaria quando è messa a disposizione di altri soggetti. Pertanto sarebbe opportuno far tesoro della loro esperienza.

Siamo certi che esistano anziani disposti a dare una collaborazione? Fino a che punto si può spingere ad organizzare iniziative?

La mia disponibilità c'è, ma la questione è molto sottile perchè a Squillace non è stato mai portato avanti questo problema. Se si è legati al concetto del “chissà?” non si potrà mai sapere. Bisogna partire con un solo progetto che miri a focalizzare l'utilità dell'anziano.

Quali sono i bisogni che gli anziani esprimono quotidianamente?

Il bisogno più avvertito è quello della compagnia. La solitudine fa paura. Molti anziani non escono per problemi di salute e sono costretti a trascorrere le giornate davanti alla televisione in attesa della morte. Bisogna studiare i metodi attraverso i quali si possa diminuire il problema della solitudine.

Un tempo, quale ruolo aveva la donna all'interno della società?

Le donne avevano una grande responsabilità sia dal punto di vista educativo che da quello prettamente patrimoniale. Esse dovevano far quadrare il bilancio familiare. Era il bisogno e le necessità difronte ai problemi economici a fare aguzzare l'ingegno delle donne. Per esempio, il pranzo era anche la cena. Oggi, molte problematiche sono state superate. La vita ha fatto passi da gigante.

Spesso si rimembra il glorioso passato. Si ricorda una Squillace protagonista, una città prima donna in un contesto regionale su qualunque fronte. Dalla Squillace dei tempi d'oro ad una Squillace “morta”. Quali le cause di questo declino?

Un tempo dal punto di vista della quantità e della qualità del lavoro Squillace offriva molto. Mi riferisco ai tempi relativi alla costruzione e al miglioramento degli edifici pubblici quali: le scuole, la pretura, l'A.S.L, la caserma e le carceri. Le rimesse che venivano a Squillace erano proficue e permettevano alle varie amministrazioni di realizzare qualcosa di utile per la collettività. Oggi ci sono ristrettezze economiche a livello locale. Bisogna fare delle scelte e spesso queste risultano sbagliate.


INTERVISTA

Don Peppino Megna

Com'è la qualità della vita, intesa come relazioni, tra gli anziani di Squillace?

La famiglia è un punto forte in quanto le relazioni si sviluppano prevalentemente in casa. Altre relazioni, sia dal punto di vista civile che religioso, non esistono in quanto non ci sono strutture idonee per gli anziani.

Quanti anziani incontrate in un giorno?

Non ci sono incontri sistematici, ci si incontra per caso e quindi non c'è un rapporto concreto.

Quali sono i bisogni che vi esprimono quotidianamente?

Non hanno grandi necessità perchè fanno riferimento e trovano risposte nella famiglia. Riescono ad avere tutto ciò di cui hanno bisogno vivendo la quotidianità.

Quali sono le differenze fra i bisogni espressi dagli uomini e dalle donne?

Gli uomini trascorrono la maggior parte del tempo fuori casa, preferiscono stare a contatto con altra gente. Le donne, invece, preferiscono stare in casa, dedicandosi alla cura personale e a quella della famiglia stessa.

A suo avviso, cosa si potrebbe proporre per migliorare la qualità della vita degli anziani di Squillace?

Non avendo molte esigenze l'unico bisogno è l'assistenza, una sorta di compagnia. Faccio riferimento alla teoria di Don Giovanni Bosco: fate che si sentano amati e rispettati , sappiateli ascoltare. Per esempio quando vado a trovare gli ammalati, sono felici solo per il sacramento della comunione.

Tra il passato e il presente, esiste un punto d'incontro? Le tradizioni di ieri possono avvicinarsi a quelle attuali?

Gli anziani rievocano il passato come un tempo migliore rispetto a quello attuale. Oggi c'è troppo individualismo, egoismo mentre una volta esisteva, o meglio, si faceva la solidarietà e si condivideva tutto.

Per avviare il nostro progetto, come possiamo avere un primo contatto con gli anziani?

Farsi conoscere è il primo passo, magari fermarsi a parlare anche per strada, creando in loro curiosità e interesse. Questo bisogna farlo con molta discrezione cercando di fargli capire che voi non agite per interesse personale. Dovete entrare nei loro affetti dandogli il modo di fidarsi di voi.


ATTIVITA' REALIZZATE DAL 01/03/2010 AL 01/04/2010

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